Una Notte all'Opera
1935
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Regista
I fratelli Marx al loro apogeo comico accendono la miccia di una girandola di gag e irresistibili trovate dando vita ad un film spassoso e irriverente. Sotto la sapiente direzione di Sam Wood, Groucho, Chico e Harpo danno sfogo al loro genio comico, creando un'opera che trascende il semplice intrattenimento e si eleva a critica arguta del mondo dell'alta società e dello show business. La MGM concesse ai Marx un budget faraonico con cui i tre ottennero carta bianca per creatività e realizzazione tecnica, e il risultato è un film brillante e innovativo, che ancora oggi fa ridere e riflettere. Questa transizione dalla Paramount, dove il loro stile era più selvaggio e anarchico, alla più patinata MGM, fu gestita con maestria dal produttore Irving Thalberg, la cui intuizione fu di non domare i Marx, ma di incanalare la loro anarchia in una struttura narrativa più solida, rendendoli accessibili a un pubblico più vasto senza diluirne l'essenza rivoluzionaria. La genialità di Thalberg si manifestò anche nell'idea di testare le gag dal vivo nei teatri di vaudeville prima delle riprese, un processo che permise di affinare ogni battuta, ogni reazione, ogni sequenza comica fino alla perfezione, garantendo che il caos sullo schermo fosse, paradossalmente, il frutto di una pianificazione meticolosa.
Otis B. Driftwood (Groucho), manager dell'ipocondriaca Mrs. Claypool (Margaret Dumont), si impegna a far debuttare il tenore Rodolfo Lassparri (Walter Woolf King) al Metropolitan Opera. Ma i suoi piani vengono stravolti dall'arrivo di Fiorello (Chico) e Tomasso (Harpo), due imbroglioni che vogliono aiutare il giovane tenore Ricardo Baroni (Allan Jones) a sfondare nel mondo dell'opera. Tra contratti strampalati, equivoci e inseguimenti frenetici, i tre fratelli seminano il caos nel teatro, culminando in una memorabile sequenza finale in cui mandano all'aria la rappresentazione del Trovatore. La trama, per quanto apparentemente convenzionale con il suo intreccio romantico e le sue arie d'opera, funge in realtà da mero pretesto, da tela su cui dipingere l'assurdo. La genialità risiede non nel cosa accade, ma nel come i Marx trasformano ogni convenzione in un trampolino per la loro dissacrazione.
La genialità dei fratelli Marx risiede nella loro capacità di mescolare umorismo fisico, giochi di parole e satira sociale, creando un mix esplosivo che mette alla berlina le convenzioni e le ipocrisie della società borghese. La truppa di guastatori prende di mira ad esempio il mondo dell'opera lirica, tradizionalmente associato all'alta società e alla cultura elitaria. I Marx, con le loro incursioni caotiche e irrispettose, demoliscono l'aura di sacralità che circonda questo ambiente, mostrando l'ipocrisia e la superficialità di chi lo frequenta. Questa scelta non è casuale: l'opera, con la sua pomposità e le sue rigidità formali, rappresenta il simbolo per eccellenza dell'establishment culturale, un baluardo che i fratelli assaltano con la forza di un movimento Dadaista, distruggendo l'ordine prestabilito con l'arma del non-senso e dell'anarchia gioiosa. La scena in cui mandano all'aria la rappresentazione del Trovatore, con Harpo che irrompe sul palco travestito da poliziotto e Chico che suona il pianoforte a testa in giù, è un fulgido esempio di questa satira dissacrante, una vera e propria performance di anti-arte che rovescia le aspettative del pubblico e il decoro teatrale.
I personaggi ricchi e influenti, come Mrs. Claypool e il suo entourage, vengono rappresentati come persone vuote e pretenziose, preoccupate solo del loro status sociale e delle apparenze. Groucho, con il suo umorismo cinico e sarcastico, si diverte a smascherare la loro ipocrisia e a ridicolizzare le loro manie di grandezza. Il suo personaggio, Otis B. Driftwood, è l'incarnazione del truffatore intellettuale, un parassita che si nutre delle debolezze dell'alta società, ma che, al contempo, ne è il più feroce critico interno. In questo, è perfettamente bilanciato dalla sublime Margaret Dumont, la cui imperturbabile serietà di fronte al caos più assoluto eleva l'assurdità a livelli esilaranti; la sua impassibile dignità è la perfetta spalla comica che rende credibile, e ancor più spassosa, la follia circostante. Anche l'amore e il matrimonio vengono oggetto di satira. La relazione tra Rodolfo e Rosa è presentata come un affare di convenienza, mentre il corteggiamento di Driftwood nei confronti di Mrs. Claypool è una parodia dei rapporti di potere tra uomini e donne nell'alta società, un balletto di cinismo e opportunismo che svela la vacuità delle convenzioni romantiche borghesi. Il film offre anche una sottile critica al sistema capitalistico, con i suoi meccanismi di sfruttamento e la sua logica del profitto. I personaggi di Fiorello e Tomasso, con la loro intraprendenza e la loro capacità di arrangiarsi, rappresentano una sorta di antidoto all'avidità e all'egoismo dei ricchi, una forza caotica e proletaria che irrompe negli ambienti patinati del denaro, un'eco delle tensioni sociali della Grande Depressione che permeava l'America del tempo.
Pieno zeppo di scene che sono divenute altrettanti archetipi di comicità. Su tutti la scena della cabina si distingue per un irresistibile crescendo comico: inizialmente occupata solo da Groucho, viene progressivamente invasa da una serie di personaggi improbabili, tra cui un cameriere, un manutentore, una donna in cerca del suo cane e infine Chico e Harpo. L'affollamento crescente crea una situazione di caos e claustrofobia che fa da perfetto contrappunto all'umorismo dei Marx. La battuta "La mia camicia non russa", pronunciata in risposta alle lamentele di un passeggero disturbato dal rumore, rimane scolpita nella storia della comicità. Altrettanto memorabile è la scena del contratto, un tour de force verbale in cui Groucho e Chico smontano metodicamente un accordo legale, stracciandone pezzo per pezzo le clausole fino a ridurlo a un'insignificante striscia di carta. Questo brano non è solo un esempio di virtuosismo dialogico, ma una geniale metafora della loro intera filosofia: la demolizione delle strutture e delle regole imposte dalla società. "Una Notte all'Opera" non è solo un capolavoro comico, ma un'opera d'arte sovversiva che continua a parlare al pubblico contemporaneo con la sua irriverenza intramontabile e la sua geniale capacità di trasformare l'assurdo in un'incisiva critica sociale.
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