Collective
2019
Vota questo film
Media: 5.00 / 5
(1 voti)
Regista
Esistono film che intrattengono, film che commuovono e film che educano. E poi esistono opere come Collective (in romeno, Colectiv) di Alexander Nanau, un pugno nello stomaco sferrato con la precisione di un bisturi, un documentario che trascende il suo genere per diventare un thriller politico mozzafiato, un saggio di etica civile e, soprattutto, un manifesto spietato sulla fragilità della democrazia di fronte alla metastasi della corruzione. Non è semplicemente un film; è un atto d'accusa, un pezzo di giornalismo investigativo così potente da scuotere le fondamenta di una nazione e risuonare come un monito universale.
La narrazione prende le mosse da una tragedia nazionale: il 30 ottobre 2015, un incendio divampa nel nightclub Colectiv di Bucarest durante un concerto. Il bilancio iniziale è di 27 morti, ma nelle settimane successive il numero sale vertiginosamente. Le vittime non muoiono solo per le ustioni, ma per infezioni batteriche contratte negli ospedali rumeni, strutture che il governo dichiara essere all'altezza dei migliori standard europei.
È qui che il film di Nanau si biforca in due filoni narrativi paralleli e convergenti. Da un lato, seguiamo la redazione di un quotidiano sportivo, la Gazeta Sporturilor, guidata dal tenace Cătălin Tolontan. Un gruppo di giornalisti sportivi, inizialmente outsider rispetto al giornalismo politico, inizia a indagare sulle strane morti. La loro inchiesta scoperchia un vaso di Pandora di una vastità terrificante: i disinfettanti usati negli ospedali di tutta la Romania sono sistematicamente e massicciamente diluiti dalla casa farmaceutica Hexi Pharma, arrivando ad avere un'efficacia inferiore al 10% del dichiarato. Un sistema criminale protetto da decenni di silenzio, tangenti e omertà politica.
Dall'altro lato, dopo le dimissioni del governo socialdemocratico travolto dalla rabbia popolare, la camera di Nanau entra negli uffici del nuovo Ministro della Salute, Vlad Voiculescu. Un giovane tecnocrate, attivista per i diritti dei pazienti, che si ritrova a capo di un ministero marcio fino al midollo. Voiculescu è il nostro Sisyphus, un idealista che tenta disperatamente di spingere il masso della riforma su per una montagna di burocrazia ostile, interessi consolidati e una corruzione così endemica da essere diventata la norma. Il suo tentativo, eroico e frustrante, di portare trasparenza si scontra con la realtà di un apparato statale necrotizzato.
Collective è tagliente perché non si accontenta di trovare il singolo "cattivo". Il film non demonizza l'amministratore delegato della Hexi Pharma (che morirà in un misterioso incidente d'auto) né i singoli politici. L'erudizione di Nanau sta nel diagnosticare una patologia sistemica. La corruzione non è un'anomalia, ma il sistema operativo stesso. Ogni ingranaggio è oliato dalla menzogna: dai manager ospedalieri che certificano il falso ai politici che negano l'evidenza, fino a un'intera classe dirigente che ha interiorizzato il crimine come prassi amministrativa.
Il film è una lezione magistrale sul ruolo del "Quarto Potere". In un'era di crisi del giornalismo, Collective ci mostra cosa significhi la sua funzione essenziale: non l'opinionismo urlato, ma l'inchiesta metodica, la verifica delle fonti, il coraggio di sfidare il potere con i fatti. La redazione della Gazeta Sporturilor diventa l'ultimo baluardo della società civile, un anticorpo che il sistema cerca in ogni modo di neutralizzare.
La figura di Vlad Voiculescu, d'altra parte, è la rappresentazione tragica del riformatore impotente. La sua onestà e competenza non bastano. Egli scopre, e noi con lui, che il sistema non è semplicemente "rotto" e quindi riparabile; è progettato per resistere al cambiamento, per espellere qualsiasi corpo estraneo che minacci il suo putrido equilibrio. L'esito delle successive elezioni, che vedrà il ritorno al potere del partito cacciato dalla piazza, è il suggello amaro a questa diagnosi: la verità, da sola, non sempre vince.
Per comprendere appieno la portata di Collective, è indispensabile inserirlo nel contesto della sua cinematografia nazionale: il Noul Val Românesc (Nuova Onda Romena). A partire dai primi anni 2000, una generazione di registi emersi dopo la caduta di Ceaușescu ha iniziato a raccontare la Romania post-comunista con uno stile distintivo: un realismo austero, piani sequenza lunghi e implacabili, un umorismo nero e una dissezione quasi clinica delle disfunzioni burocratiche e delle ambiguità morali.
Collective è il figlio legittimo, e forse l'apoteosi non-fiction, di questo movimento. I temi che Nanau documenta con prove fattuali erano già stati esplorati metaforicamente da questo cinema:
La Morte del Signor Lăzărescu (Moartea domnului Lăzărescu, 2005) di Cristi Puiu è il precursore più diretto. Raccontando l'odissea notturna di un anziano paziente rimbalzato da un ospedale all'altro, Puiu aveva già dipinto il ritratto di un sistema sanitario al collasso, disumano e Kafkiano. Collective mostra le conseguenze letali di quel sistema.
Questa "rinascita" del cinema rumeno non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in una più ampia tradizione del cinema dell'Est Europa come cinema di coscienza critica. Esistono parallelismi sorprendenti con movimenti del passato. Il cinema rumeno contemporaneo ha ereditato questa funzione di specchio critico, ma con una differenza sostanziale. Non deve più ricorrere prevalentemente all'allegoria per sfuggire alla censura. Può essere diretto, brutale, esplicito. Collective rappresenta il culmine di questa evoluzione: il cinema non si limita più a rappresentare la realtà, ma la indaga e la influenza direttamente, diventando esso stesso un attore del dibattito pubblico.
Tirando le fila Collective è un documentario che funziona con la tensione di un thriller di Alan J. Pakula e la profondità analitica di un saggio sociologico. Ci lascia indignati, scossi, ma anche con una consapevolezza più acuta: la democrazia non è un dato acquisito, ma un esercizio quotidiano di vigilanza. E in questa battaglia, un giornalismo libero e un cinema coraggioso non sono un lusso, ma una necessità assoluta. Un capolavoro necessario.
Attori Principali
Generi
Galleria




Featured Videos
Trailer Ufficiale
Scena Memorabile
Commenti
Loading comments...