Quei Bravi Ragazzi
1990
Vota questo film
Media: 4.00 / 5
(1 voti)
Regista
Un film che segna una svolta nella categoria dei gangster movies e che con il Padrino di Coppola può definirsi il volano intorno a cui ruota tutto il genere.
Ci sono alcune differenza sostanziali con il Padrino naturalmente, mentre Coppola mette al centro della sua saga le implicazioni affettive dei gangster, la loro vita al di fuori del crimine innervata ad esso ma tenuta faticosamente separata, Scorsese evidenzia maggiormente il sentimento di fratellanza tra pari, il sodalizio che si instaura tra tre uomini e la loro ascesa ai vertici criminali. Dove Il Padrino si eleva a tragedia shakespeariana, a mito fondativo della criminalità organizzata attraverso una messa in scena sontuosa e quasi operistica, con un impianto visivo che richiama la grandezza delle pitture rinascimentali e la maestosità di un affresco storico, Quei Bravi Ragazzi si cala nel fango della quotidianità criminale. È un'immersione cruda e viscerale, quasi un documentario antropologico sulla banalità del male e sulla violenza improvvisa e gratuita che ne è corollario. Non c'è la dignità affettata dei Corleone, l'illusione di un onore antico o di un codice cavalleresco, ma la volgarità e la frenesia di una vita vissuta al limite, in cui il glamour si sporca rapidamente di sangue e sudore, rivelando la sottile linea tra la convivialità e la ferocia inaudita.
Riprendendo il filo di Mean streets anche in Goodfellas l’amicizia è dunque il sentimento che predomina, d’altronde già dal titolo si evince il carattere dell’opera e il suo retaggio semantico. La lealtà, tuttavia, si rivela un concetto malleabile e illusorio in questo universo, destinato a sgretolarsi sotto il peso della paranoia, dell'avidità e della cruda legge della sopravvivenza. La promessa di un'appartenenza eterna si frantuma contro la spietatezza di un mondo in cui il tradimento è la moneta più comune.
Scorsese partendo dalla propria esperienza di cineasta e facendo tesoro della lezione di altri punti di riferimento come il già citato Coppola e il Sergio Leone di C’era una volta in America costruisce il suo pattern criminale creando un microcosmo perfetto che risulta credibile per messa in scena, recitazione ed incedere narrativo. La sua Brooklyn è un affresco pulsante, dipinto con una maestria che trascende il mero racconto per farsi esperienza sensoriale. Il ritmo è vertiginoso, la macchina da presa si muove con una libertà quasi jazzistica, passando da virtuosistici piani sequenza – come l'iconica entrata di Henry e Karen al Copacabana, un vero balletto coreografico che incapsula il fascino seducente e l'illusoria grandezza del potere – a montaggi rapidi e incisivi, punteggiati da freeze-frame e dall'uso onnipresente e diegetico della musica popolare dell'epoca. Ogni brano, da "Leader of the Pack" a "Sunshine of Your Love", non è un semplice accompagnamento, ma una componente narrativa che scandisce l'umore, il tempo e la progressiva decadenza dei protagonisti, trasformando la colonna sonora in un vero e proprio personaggio aggiuntivo, un commentatore acustico del loro percorso. Questa immersione nel tessuto culturale dell'epoca, insieme alla precisione quasi maniacale dei dettagli derivata dal libro "Wiseguy" di Nicholas Pileggi (basato sulle vere vicende di Henry Hill), conferisce al film un'autenticità quasi dolorosa, quasi ci si trovasse di fronte a un'inchiesta giornalistica trasformata in cinema. Scorsese, cresciuto lui stesso nel crogiolo di Little Italy e con una profonda conoscenza del milieu italo-americano, attinge a piene mani dal proprio vissuto e dalla sua ineguagliabile erudizione cinematografica, miscelando l'energia propulsiva della Nouvelle Vague con il realismo del neorealismo italiano per creare un'estetica unica e inconfondibile, quasi una sinfonia visiva e sonora sulla vita criminale.
Il film copre un arco temporale di circa 25 anni, partendo dal 1955 per arrivare fino al 1980. Attraverso gli occhi di Henry Hill, il narratore e protagonista, assistiamo alla seduzione di una vita apparentemente libera dalle regole, dove il lusso ostentato e la violenza si intrecciano in un'orgia di potere effimero. Henry incarna il desiderio di appartenenza e ascesa sociale, il prototipo dell'outsider affascinato dal luccichio del proibito, che si illude di poter controllare un mondo intrinsecamente incontrollabile.
Jimmy Conway, Henry Hill e Tommy DeVito sono tre amici che si fanno strada nell’onorata famiglia partendo da zero. Ognuno di loro incarna una sfaccettatura della psiche criminale: Henry (Ray Liotta, in una performance ipnotica che ne definisce la carriera), l'outsider attratto dalla luce abbagliante della criminalità, inizialmente un osservatore fascinato che si trasforma progressivamente in complice e vittima della sua stessa ambizione; Jimmy (Robert De Niro, in una delle sue interpretazioni più glaciali e calcolatrici), il mentore astuto e spietato, capace di sorrisi rassicuranti e di violenza improvvisa, il burattinaio manipolatore che non esita a eliminare chiunque minacci il suo tornaconto; e Tommy (Joe Pesci, la cui interpretazione valse un meritato Oscar per il Miglior Attore Non Protagonista, emblema di imprevedibilità e furia cieca), l'incarnazione stessa della psicopatia latente, un vulcano pronto a esplodere per la più banale delle offese, la cui violenza è tanto gratuita quanto terrificante. La loro ascesa non è una progressione lineare verso una nobile meta, ma una spirale discendente che rivela la corruzione intrinseca del sogno americano distorto.
Seguiremo le loro imprese criminali dagli esordi (con un furto di quattrocentomila dollari all’aeroporto, dagli uffici dell’Air France) fino ai grandi colpi che permettono loro di assumere una certa rilevanza criminale all’interno del panorama mafioso della Brooklyn degli anni sessanta. Le rapine, le estorsioni, gli omicidi non sono presentati con enfasi eroica o romantica, ma con la stessa cruda disinvoltura con cui si racconta la preparazione di un pranzo, mettendo in luce l'agghiacciante normalizzazione della violenza nel loro quotidiano. Anche la figura di Karen Hill (interpretata da una magnetica Lorraine Bracco), la moglie di Henry, è cruciale: la sua complicità iniziale, il suo fascino per la vita criminale, e la successiva, inevitabile disillusione offrono una prospettiva esterna ma intrinsecamente legata alla spirale di follia, mostrando il prezzo emotivo e psicologico pagato da chi gravita attorno a questo abisso.
Poi il gruppo verrà bruscamente fermato quando Tommy sarà ucciso dalla cosca dei Gambino per aver a sua volta eliminato senza permesso un affiliato dei Gambino dopo una lite in un bar. La morte di Tommy non è solo un punto di svolta narrativo, ma il segnale inequivocabile della fine di un'era, l'inizio della disintegrazione di quel fragile codice d'onore che, per quanto distorto, aveva retto il loro mondo. È il momento in cui la lealtà di facciata cede il passo alla spietatezza del "chi primo arriva, meglio alloggia" e all'inasprimento della repressione federale, preludio alla dissoluzione delle "famiglie" tradizionali, sempre più logorate da pentimenti e delazioni.
Sarà l’inizio del declino inesorabile: Henry e Jimmy si ritroveranno uno contro l’altro spinti all’angolo dalla spietata caccia del FBI e dalla paura di vendette trasversali da parte di altre famiglie mafiose. La paranoica frenesia degli ultimi atti, con Henry al centro di una spirale di autodistruzione alimentata dalla droga e dalla paura di essere il prossimo, è un'orchestra di tensione e disperazione, un crescendo che anticipa l'inevitabile caduta.
Fino a quando Henry non cederà alle pressioni testimoniando contro Jimmy e cancellando di fatto gran parte della sua vita. La sua discesa nell'anonimato del programma protezione testimoni, il suo desiderio nostalgico di "un buon sugo" in contrapposizione alla misera vita da "sucka" civile, è il colpo finale, l'ironico contrappasso per chi ha cercato la grandezza nell'illegalità, finendo per perdere non solo la libertà, ma l'identità stessa. Il suo "io sono un nessuno" finale è il vero epitaffio di un'esistenza bruciata.
Splendidi i tre attori principali, ognuno da menzionare: Robert De Niro, Ray Liotta e Joe Pesci. Le loro performance sono veri e propri studi di carattere, capaci di alternare momenti di seducente carisma a esplosioni di brutale e agghiacciante violenza, rendendo i personaggi indimenticabili e multidimensionali nella loro spietatezza.
Memorabile la già citata sequenza in cui Tommy viene insultato da Billy Batts in un bar e di come Scorsese gestisca magistralmente la tensione che sale tra i due uomini in una sorta di crescendo rossiniano. Quel "Funny how?" di Pesci, frutto in parte di improvvisazione basata su aneddoti personali dell'attore, è diventato un'icona del cinema, un simbolo della costante minaccia di violenza che permea ogni interazione in quel mondo, un monito che il divertimento può trasformarsi in tragedia in un battito di ciglia.
Da ricordare anche la scena in cui lo stesso Tommy uccide brutalmente Spider, un inserviente di una bisca clandestina, per il solo fatto che questi lo aveva insultato. Sono momenti che definiscono l'arbitrarietà e la gratuità della brutalità, il sottile confine tra convivialità e omicidio che questi uomini calpestano quotidianamente con una disinvoltura agghiacciante.
La dedizione del regista si concentra sulla bestialità delle emozioni in campo e su come esse condizionino, in un vortice di non ritorno, la vita dei tre protagonisti. Quasi che il succo del narrato sia concentrato unicamente nella parte più nera e corrotta dell’animo umano, rivelando l'illusione di una "famiglia" che è in realtà una gabbia dorata, destinata a implodere su se stessa per la sua stessa natura distruttiva. Quei Bravi Ragazzi non è solo un film sulla mafia; è un'indagine profonda sulla natura umana, sulla corruzione del potere, sulla fragilità della lealtà e sulla disillusione di un sogno americano trasformato in un incubo di violenza e tradimento. La sua influenza è palpabile ancora oggi, avendo ridefinito il genere e ispirato innumerevoli opere successive, consolidando il posto di Scorsese come uno dei più grandi maestri della narrazione cinematografica e un irrinunciabile archeologo delle ombre dell'anima umana.
Attori Principali
Paese
Galleria










Commenti
Loading comments...