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Guerre Stellari

1977

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Non ce ne vogliano i fanatici filologi della saga di Lucas se preferiamo archiviare questo film con il titolo originale di Guerre Stellari, e non con quello di “Episodio IV, una nuova speranza” come vorrebbe il nuovo canone, ma proprio non si riesce a tollerare il fatto che si possa deturpare il titolo di un film di questa caratura per le nuove ragioni di Produzione dovute alla trilogia prequel. Il tentativo di revisionismo autoriale, per quanto legittimo nell'ottica di un "regista demiurgo", si scontra qui con la solidità di un'opera che, per la sua dirompente forza culturale, è ormai sfuggita al controllo del suo creatore, radicandosi nell'immaginario collettivo con la purezza della sua prima, epifanica apparizione.

Per lo zoccolo duro dei fan della saga questo film rimarrà per sempre filologicamente “Star Wars” e così, molto umilmente, lo è e lo sarà anche per noi.

Che dire di questo film? Ebbe senza dubbio il merito indiscusso di far assurgere la fantascienza a genere di largo consumo spostando capitali ed investimenti su opere che in precedenza erano considerate di nicchia, o comunque non certamente monetizzabili. Lì dove la fantascienza era spesso relegata a cupi moniti distopici o a fredde speculazioni scientifiche, Lucas infuse una dose massiccia di romanticismo epico e avventura, amalgamando sapientemente elementi da western, film di samurai (l'influenza di Kurosawa è palpabile nella figura dei Jedi e nei duelli), fiabe classiche e persino melodrammi di guerra. Questa sincretica genialità permise al genere di trascendere i suoi confini tradizionali, raggiungendo un pubblico universale.

Con Guerre Stellari inizia quel fenomeno dell’adorazione di massa di un mondo parallelo fatto di creature e storie che entrano nell’immaginario collettivo creando attesa e aspettativa sull’evolversi della storia. Non si trattava solo di un film, ma della genesi di una nuova mitologia per un'era secolare, un archetipo narrativo che attingeva direttamente al pozzo primordiale del "Viaggio dell'Eroe" teorizzato da Joseph Campbell. Lucas, affascinato dal lavoro di Campbell, seppe distillare elementi universali – la chiamata all'avventura, il mentore saggio, la prova iniziatica, il lato oscuro – e riproporli in una cornice futuristica che, paradossalmente, si sentiva più "vissuta" e tangibile di molte astrotecnologie immacolate del tempo.

Lucas ebbe il merito di radunare un team di esperti riunendo insieme competenze disparate per creare dal nulla un lisergico viaggio attraverso mondi affacciati sulla deriva della conoscenza umana. In particolare, la fondazione di Industrial Light & Magic (ILM) si rivelò un atto di genio puro. In un'epoca dominata dagli effetti ottici tradizionali, ILM rivoluzionò il cinema con tecniche pionieristiche di motion control, miniature dettagliatissime e una filosofia che privilegiava l'imperfezione e il "vissuto" rispetto alla pulizia asettica. Questo approccio, che vedeva astronavi sporche di fumo e droidi ammaccati, conferì all'universo di Star Wars una veridicità visiva senza precedenti, invitando lo spettatore a credere non solo alla storia, ma all'esistenza stessa di quei mondi lontani.

In bilico tra fantasia e fiaba Lucas crea in sostanza un nuovo linguaggio. Un codice costituito da immagini, suoni, parole, creature, musiche (la colonna sonora di John Williams diventerà una sorta di mantra collettivo, una marcetta tatuata nel DNA di ogni essere umano). Le sue composizioni, con i loro leitmotiv indimenticabili per i personaggi e i luoghi, non sono un semplice accompagnamento, ma un'ulteriore narrazione emotiva che eleva ogni scena, dal duello più intimo alla battaglia spaziale più grandiosa, al rango di mito operistico.

Una navicella spaziale viene catturata da un enorme Incrociatore Stellare comandato da Darth Vader in persona, il braccio destro dell’Imperatore che regge le sorti della galassia, dopo aver spazzato via l’antica Repubblica galattica e instaurato un regime monarchico totalitario. Nella navicella viaggia la Principessa Leia fedele all’Alleanza dei Ribelli, l’unica organizzazione fedele alla vecchia Repubblica che si batte contro l’ordine repressivo instaurato dall’Imperatore. Vistasi senza scampo affida i piani della costruzione della Morte Nera, enorme stazione da battaglia imperiale in costruzione, a due droidi di sua proprietà, inviandoli sul pianeta Tatooine alla ricerca del vecchio Obi Wan Kenobi, antico membro dell’ordine dei Cavalieri Jedi, stirpe di guerrieri fedeli alla Repubblica ora disciolti. I due droidi, dopo una serie di peripezie, raggiungeranno Obi Wan grazie all’aiuto di suo nipote Luke, il giovane destinato a incarnare l'archetipo dell'eroe che scopre la sua vera natura e il suo destino. I due insieme ai droidi partiranno alla ricerca di Leia, con l’aiuto di un contrabbandiere di nome Han Solo che accetterà di aiutarli per denaro, una figura cinica che, attraverso il contatto con l'ideale, compirà il suo personale percorso di redenzione. Luke apprenderà che Obi Wan è stato il maestro di Darth Vader, anche lui appartenente all’ordine Jedi prima di essere passato al lato oscuro della Forza, plagiato dall’Imperatore. Il concetto di Forza, non una semplice magia ma un'energia cosmica che lega tutte le cose, con la sua dualità di luce e oscurità, aggiunge una dimensione spirituale profonda, trasformando la lotta politica in una battaglia metafisica per l'equilibrio universale. Inizia così la battaglia per distruggere la Morte Nera e privare l’Imperatore di una terribile arma di distruzione di massa.

Memorabili scene costellano questo film ed entrano di diritto nell’immaginario di tutti noi creando un nuovo repertorio iconografico che riaffiora con la vividezza di una favola classica. La sfida a colpi di spada laser tra Obi Wan e Darth Vader, più un duello ritualistico di cappa e spada che un acrobatico scontro, che sancisce il passaggio di testimone e la perdita dell'innocenza; la taverna di Mos Eisley e il suo complessino jazz intergalattico, un brulicante microcosmo di diversità aliena che mostra, senza bisogno di spiegazioni, la ricchezza e la pericolosità della galassia; l’apparizione di Jabba the Hutt e il suo enorme viscido corpo, un presagio del sordido sottobosco criminale; la battaglia intorno alla Morte Nera tra X-Wing e Tie Fighter, un trionfo di modellismo e effetti visivi che ha riscritto le regole del cinema d'azione spaziale, catapultando lo spettatore nel cuore del conflitto.

Star Wars è in definitiva quel lato nascosto in tutti noi che riaffiora non appena ci sorprendiamo a sorridere per qualcosa che ci meraviglia: un mirabile disegno, un’invenzione bislacca, un romanzo che ci appassiona. È la riscoperta della meraviglia infantile, l'eco lontana di un'epopea cavalleresca vestita di fantascienza, che nell'America post-Vietnam e post-Watergate rispondeva a un profondo bisogno di eroi senza macchia e di un universo dove il bene e il male, per quanto complessi, erano ancora riconoscibili. Star Wars è pura meraviglia per il nostro intelletto, ma soprattutto un balsamo per l'anima, un richiamo all'eterno spirito di avventura che risiede in ognuno di noi.

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