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Il Dottor Stranamore

1964

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Dr. Strangelove è l’essenza del genio di Kubrick. Una feroce parodia del militarismo e della cultura della deterrenza, una critica spietata e atrocemente ironica alla logica della forza bruta, al codice della prevaricazione. Il film, nato dalle ceneri di un dramma serio (il romanzo "Red Alert" di Peter George, da cui Kubrick inizialmente intendeva trarre un thriller), si trasforma in un'epifania di follia quando il regista si rende conto che la realtà stessa della guerra fredda, con le sue dottrine di Mutua Distruzione Assicurata (MAD), era di per sé un paradigma dell'assurdo, troppo inverosimile per essere presa sul serio.

Tutto questo mantenendo una levità nei toni, un sarcasmo mai brutale, una soffice parodia che fa sorridere. È proprio in questa apparente contraddizione che risiede la sua genialità: l'orrore nucleare, la fine dell'umanità, viene trattato con la leggerezza grottesca di una farsa, rendendo il messaggio ancora più penetrante. La risata che provoca è amara, una reazione catartica alla vertigine del baratro.

Inoltre Kubrick può avvalersi di un immenso talento comico: quello di Peter Sellers che interpretando tre ruoli (forse quattro, se avesse potuto sostenere anche la parte del Maggiore King Kong, affidata poi all'indimenticabile Slim Pickens per un infortunio che lo costrinse al forfait) rende questo film una gemma preziosa della commedia. Sellers è il Dottor Strangelove, l'ex scienziato nazista con una mano ribelle che tradisce la sua psiche contorta e il suo perverso entusiasmo per la distruzione; è il Presidente Muffley, l'uomo ragionevole ma impotente, intrappolato in un labirinto burocratico e militare che non riesce a controllare; ed è il Capitano Mandrake, l'ufficiale britannico che incarna la logica elementare e disperata in un mondo impazzito, una figura di buon senso che lotta contro un'onda montante di illogicità. La sua camaleontica capacità di trasformarsi, non solo fisicamente ma anche nella voce e nelle maniere, è un pilastro su cui l'intera architettura comica del film si regge, mostrando la fragilità intrinseca delle figure di potere.

Un generale americano, il brigadiere Jack D. Ripper, decide unilateralmente di inviare i codici di attacco ai suoi bombardieri B-52 stazionanti vicino ai confini russi. La sua follia paranoide, alimentata da un'ossessione per la "purezza dei fluidi corporei" e il complotto comunista per fluorizzare l'acqua, diventa il catalizzatore di un'apocalisse imminente. Ogni aereo porta ordigni da svariati megatoni che scatenerebbero immediatamente un conflitto nucleare devastante. Ogni aereo ha un preciso obiettivo da distruggere e tutti gli aerei convergono sui target d’attacco, ignari che la loro missione è frutto della mente malata di un solo uomo.

Un colonnello dell’aviazione inglese, Mandrake, ospite della struttura del generale impazzito, cerca in ogni modo di fermarlo, in un crescendo di comicità isterica e disperata. Anche il presidente degli Stati Uniti da ordine di fermare l’attacco ma un aereo dello stormo, quello comandato dal Maggiore King Kong, non può ricevere l’ordine di annullamento a causa di un guasto al sistema di comunicazione CRM 114 e continua il suo folle volo. Qui Kubrick gioca con l'incubo tecnologico e la burocrazia cieca, trasformando un malfunzionamento in una condanna a morte globale. La scena della War Room, progettata dal geniale Ken Adam come un monolite distopico e claustrofobico, con il suo gigantesco tavolo circolare che evoca un gioco da tavolo della fine del mondo, è un capolavoro di scenografia che sottolinea l'isolamento e l'impotenza dei leader di fronte all'imminente catastrofe.

Memorabili alcune scene come il monologo del professore tedesco Strangelove nel consiglio di guerra americano, dove spiega ad un pubblico via via sempre più interessato, le prospettive di un ripopolamento della razza umana nel sottosuolo per evitare la contaminazione delle radiazioni in superficie. Questa sequenza è un vertice di humor nero, una distopia eugenetica degna di un incubo freudiano, con Strangelove che lotta contro il suo braccio robotico traditore, simbolo di una volontà malvagia che la ragione non può contenere. È un'analisi geniale della psiche post-bellica e della fascinazione per il controllo totale, anche sulla sopravvivenza della specie. O anche la cavalcata del capitano del B-52 in sella alla bomba atomica appena sganciata, un'immagine iconica e terrificante che trasforma la distruzione in un atto di rodeo surreale, una macabra apoteosi dell'istinto autodistruttivo e della mascolinità tossica che permea tutto il film.

"Il Dottor Stranamore" non è solo una satira pungente; è un epitaffio sarcastico all'era atomica, un commento amaro sulla vulnerabilità umana e l'incapacità di controllare la propria stessa ingenuità distruttiva. La sua risonanza, a decenni di distanza dalla sua uscita in piena Guerra Fredda, è ancora palpabile, un monito senza tempo che la vera minaccia non risiede solo nelle armi, ma nella follia degli uomini che le brandiscono. È un film che si posiziona splendidamente accanto a opere come "Fail Safe" (uscito nello stesso anno, ma con un approccio drammatico e serissimo al medesimo tema) o persino "A Clockwork Orange" per la sua audacia nel sondare gli abissi della psiche umana e dei sistemi sociali, pur mantenendo la sua singolare identità di commedia nerissima.

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