Movie Canon

The Ultimate Movie Ranking

Preferisco l'Ascensore!

1923

Vota questo film

Media: 5.00 / 5

(1 voti)

Il film che consacrò il talento comico di Harold Lloyd confezionando una delle più iconiche gag entrata di diritto nella mitologia cinematografica: Harold Lloyd aggrappato all’orologio del grattacielo in bilico nel vuoto, sospeso alle lancette di un meccanismo che lo tiene sospeso nello spazio e nel tempo. Questa immagine, un vertiginoso balletto tra uomo e macchina, tra fragile umanità e imponente architettura, non è solo una prodezza acrobatica o un mero espediente comico; essa si è scolpita nell'immaginario collettivo come metafora della precarietà esistenziale e dell'incessante corsa contro il tempo che caratterizzavano gli anni Venti. Il comico partì da un prodotto tipico del cinema muto, in un'epoca in cui la comicità fisica e le gag visive erano gli strumenti principali per far ridere il pubblico. Ma in "Preferisco l'Ascensore!" (Safety Last!), Lloyd le eleva a un livello di sofisticazione drammaturgica e simbolica inaudita, orchestrando una sinfonia di tensione e sollievo che precede le moderne tecniche del thriller.

Anche il soggetto riflette i temi principali di quel periodo, il cosiddetto "Jazz Age": i sogni e le aspirazioni della società americana degli anni '20, un periodo di grande prosperità, ottimismo e una certa ingenua frenesia. Le città crescevano a dismisura, i grattacieli perforavano il cielo come cattedrali di un nuovo credo capitalista e l'American Dream pulsava con una forza quasi tangibile. La figura di Harold Lloyd incarna perfettamente l'uomo comune, il giovane ambizioso e un po' spaesato che cerca di farsi strada nella grande città, un archetipo che risuonava profondamente con il pubblico che affollava le sale. Lloyd tuttavia riesce a condurre la commedia fisica a nuovi livelli, realizzando acrobazie e gag pericolosissime che lo hanno reso una vera e propria icona del cinema comico. E proprio in queste acrobazie, spesso eseguite con rischi reali (celebre l'incidente che gli costò un pollice durante la produzione di un precedente film, che lo costrinse a usare una protesi che il pubblico non notò mai), risiede parte del fascino inossidabile del suo personaggio. A differenza di Charlie Chaplin, che interpretava spesso personaggi più emarginati, con il suo vagabondo "Charlot" simbolo di resilienza e malinconia di fronte alle ingiustizie sociali, Lloyd incarnava l'uomo della porta accanto, il "Glass Character" come amava definirlo, con i suoi sogni, le sue fragilità e la sua tenace, quasi disperata, volontà di successo. Se Chaplin mirava a toccare il cuore attraverso il pathos e la critica sociale, Lloyd liberava la risata come strumento di liberazione dalle tensioni e dalle ansie della vita moderna, un esorcismo collettivo delle piccole e grandi paure quotidiane. Il ritmo del film è frenetico, con una successione rapida di gag che non lascia al pubblico il tempo di annoiarsi, riflettendo il dinamismo e la velocità della vita urbana che descrive.

La storia è incentrata sulla figura di un ragazzotto di provincia che, giunto nella Grande Mela, si pone l’obiettivo di farsi notare e dimostrare il proprio valore per sbarcare il lunario, ma anche per conquistare la ragazza dei suoi sogni. La sua ambizione lo spinge a un gesto grandioso e bislacco al tempo stesso: scalare un grattacielo come trovata pubblicitaria per il grande magazzino dove lavora, con l'aiuto di un amico – una controfigura esperta di arrampicata – che lo dovrà sostituire a metà scalata. L'iniziale piano, basato sull'inganno e sulla mistificazione, è un commento sottile su come spesso, nella società dell'epoca, l'apparenza fosse più importante della sostanza, e su come il successo potesse sembrare a portata di mano anche con mezzi discutibili. Ma le cose non andranno per il verso giusto e la scalata, ostacolata da una serie di imprevedibili e tragicomici contrattempi (un poliziotto, un piccione, una corda che cede), si trasforma in impresa autentica tra mille peripezie e acrobazie di ogni sorta, costringendo il protagonista a confrontarsi con la realtà della sua audacia e la vastità della sua ambizione. Questa evoluzione, dal bluff alla vera e propria lotta per la sopravvivenza, è il cuore narrativo e tematico del film.

Un’opera che fece del dinamismo corporeo un efficace strumento di espressività comica, in cui la risata nasce dallo scarto fisiologico tra possibilità umana e baratro invalicabile del limite fisico. Lloyd riuscì a creare un film che trascende il genere della commedia slapstick per diventare un'esplorazione universale della condizione umana e dei suoi limiti, un dramma vertiginoso travestito da farsa. La scena dell'orologio, girata con un'ingegnosa combinazione di effetti prospettici, set costruiti sul tetto di edifici reali e trucchi fotografici (sebbene Lloyd abbia eseguito gran parte delle sue acrobazie senza controfigure, l'illusione della profondità era creata con perizia), è un capolavoro di suspense comica, una vera e propria macchina narrativa che alterna la tensione più acuta al più liberatorio dei risi. Il comico è altresì riuscito a creare un legame così forte con il pubblico, da fargli vivere le sue avventure con il fiato sospeso, trasformando la platea in un coro di "ohh" e "ahh" collettivi. L'abilità di Lloyd nell'esprimere la paura, la gioia, la determinazione e la speranza attraverso gesti semplici e universali ha creato un ponte empatico con gli spettatori, rendendo le sue disavventure incredibilmente relazionabili nonostante l'estrema natura delle circostanze. Inoltre, le sue acrobazie, pur estreme e talvolta rasentando l'assurdo, erano sempre accompagnate da una dose di umanità e vulnerabilità, rendendo il suo personaggio simpatico e accattivante, mai un mero acrobata senza volto. La combinazione di comicità fisica, suspense, un pizzico di romanticismo e una sottile satira sociale ha permesso a Lloyd di creare un legame profondo con il pubblico, che lo ha seguito nelle sue avventure con un misto di ammirazione e trepidazione, un senso di identificazione quasi palpabile. Mentre Chaplin utilizzava il pathos per creare empatia e commozione attraverso personaggi e situazioni che sottolineavano le disuguaglianze sociali e le sofferenze dell'uomo comune, Lloyd evocava un pathos più legato all'azione e all'avventura, mettendo in campo una persona comune che, di fronte a ostacoli sovrumani, trova in sé la forza, e spesso la comicità, per superarli. E proprio qui risiede la sua grandezza atemporale, un'eredità che continua a ispirare e divertire, dimostrando che l'audacia, la perseveranza e un pizzico di follia possono, contro ogni previsione, condurre alla vetta.

Galleria

Immagine della galleria 1
Immagine della galleria 2
Immagine della galleria 3
Immagine della galleria 4

Featured Videos

Scena Memorabile

Commenti

Loading comments...